Cenni Storici del Palazzo Fregoso

Le prime testimonianze riguardanti il Palazzo sono presenti in un documento datato 10 maggio 1354, conservato presso l‟archivio dell‟Ospedale della Pietà (confluito nel Pio Albergo Trivulzio nel 1786) in cui in una pergamena si cita una divisione di beni tra i due fratelli della famiglia Girami in cui si parla di “beni siti nel territorio di Colutrano” e in particolare si parla di edificio denominato “sedime grande” composto da edifici, area magna, cassina, camere, pollaio e si cita una “pusterla” attraverso cui si accede all‟edificio stesso, e di una via che dal medesimo porta alla chiesa. Dalla descrizione presente sulla pergamena, dai confini geografici e dai confinanti, sembra di aver a che fare con il Palazzo, e quanto meno con parte delle unità che comporranno in seguito l‟intero complesso del Palazzo.

Successivamente i possedimenti passarono in mano alla famiglia Visconti. Un parte del palazzo in particolare a Vercellino Visconti, padre dell‟arcivescovo Giovanni che visse sicuramente all‟interno del Palazzo di Colturano come testimoniano una serie di contratti da lui stipulati “nella sua casa di Colturano” in un periodo che compreso tra il 1432 e il 1445

L‟ipotesi che possa trattarsi proprio di questo Palazzo, è supportata da diversi elementi, tra i quali il fatto che all‟epoca questo era l‟unico Palazzo di pregio presente a Colturano, che verrà in seguito abitato con certezza dal poeta Antonio Fregoso, e che all‟interno si possono ancora vedere dipinti a soggetto religioso come un‟Annunciazione, una Deposizione e varie scene dell‟Antico Testamento.

Alla morte dell‟Arcivescovo nel 1453, il Palazzo con i terreni annessi viene lasciato in eredità alla figlia legittima Margherita Visconti (deceduta prima della morte del padre), al marito Ambrogio Visconti e ai nipoti Giovanni Antonio e Giovanni Vercellino.

Successivamente il Palazzo viene venduto da Ambrogio Visconti e dai figli, diventando così la residenza del poeta Antonio Fregoso, il quale già dal 1473 viene definito “Signore di Colturano”.

All‟interno del Palazzo stesso è infatti presente, in un locale del piano superiore, l‟affresco dello stemma dei Fregoso: bipartito, “dentato di nero e d‟argento”.

Il poeta sposa Elisabetta Visconti, e dalla loro unione nascono 2 figli: Spinetta III (presumibilmente morto prima del padre) e Tiberio

Non vi è certezza sulla data di morte del poeta Fregoso, ma presumibilmente dovrebbe aggirarsi attorno al 1532, e siccome, in un atto notarile del 1531 la possessione di Colturano viene affittata da Alceo, Aurelio e Alessandro Fregoso (figli di Spinetta III) a tre abitanti di Crema, è presumibile pensare che il Poeta ancora in vita abbia ceduto le sue proprietà di Colturano al figlio Spinetta e alla sua morte queste passarono ai figli.

Parte della Palazzo di Colturano negli anni passa di proprietà all‟Ospedale della Pietà. Gia nel 1552, in una descrizione dei beni di proprietà dell‟Ospedale, si citano come confinanti anche Alceo e Alessandro Fregoso fino ad arrivare al 1637 in cui in un documento si attesta la vendita da parte di Silvia Campofregoso, figlia di Pompeo, all‟Ospedale della Pietà, di diverse proprietà a Colturano, tra le quali è nominata una “Casa da Nobile”, che annovera tra i confinanti Giovanni Battista Fregoso, e che dalla descrizione degli ambienti sarebbe assimilabile alla porzione occidentale del Palazzo (la porzione non di proprietà dei sigg. Meloni).

La porzione di Palazzo di proprietà di Giovanni Battista Fregoso passerà invece negli anni in eredità ai Conti Scotti, proprietà attestata in alcuni documenti sempre riguardanti le proprietà dell‟Ospedale della Pietà, per il periodo compreso tra il 1672 e il 1700.

Nel 1729 la porzione di proprietà della famiglia Scotti è in mano al conte Giovanni Battista Scotti, che alla sua morte nomina erede universale il figliastro Giovanni Battista Gallarati, con l‟obbligo però che deponga il proprio cognome e assuma quello degli Scotti. Egli contravvenendo agli obblighi, ottenne di aggiungere il cognome del patrigno al suo, e da quel momento parte del Palazzo di Colturano divenne di proprietà dei Gallarati Scotti.

Attraverso vari matrimoni la porzione di Palazzo di proprietà dei Gallarati Scotti passa ai Castelbarco e successivamente ai Melzi d‟Eril.

Nel 1786 L‟Ospedale della Pietà o dei Vecchi confluisce all‟interno del Pio Albergo Trivulzio, che rimane proprietario di parte del Palazzo fino al 2001, quando vende alla Dott.sa Loredana Maddinelli.

Le porzioni di proprietà delle famiglie Castelbarco e Melzi vengono acquisite negli anni 20 del „900 dalla

ANALISI DELI CATASTI STORICI

Catasto Teresiano (Carlo VI) 1722-1730

L‟abitato si compone di una ventina di edifici suddivisi tra le proprietà Scotti, Marchesi, Recalcati e l‟Ospedale dei Vecchi.

In particolare il Palazzo ex Fregoso si divideva tra le seguenti proprietà:

  •  Scotti, proprietari dell‟angolo occidentale e dell‟estremità orientale.
  •  Recalcati, proprietari della zona centro meridionale del Palazzo.
  •  Ospedale dei Vecchi, proprietari del comparto settentrionale del Palazzo

Catasto Lombardo Veneto 1866-1887

All‟epoca della stesura del Catasto Lombardo Veneto l‟Ospedale dei Vecchi confluisce nel Pio Albergo Trivulzio, acquisendone le proprità, il Palazzo ex Fregoso risulta essere dei seguenti proprietari:

  • Pio Albergo Trivulzio (nel quale è confluito l‟Ospedale dei Vecchi) proprietario dell‟angolo Sud-Ovest (ora proprietà Mandinelli) e parte dei fabbricati rurali posti a Nord.
  • Castelbarco, subentrati ai Gallarati Scotti, proprietari di parte dell‟ala meridionale.
  • Melzi, proprietari della restante parte dell‟ala meridionale.

Catasto Cessato 1897-1901

L‟abitato si divide principalmente tra le proprietà Pio Albergo Trivulzio, la famiglia Melzi e la famiglia Rossi che ha sostituito la famiglia Castelbarco occupando gran parte del Palazzo ex Fregoso